José Mourinho riparte dal Portogallo. Dopo l’esonero in Turchia, lo Special One ha trovato una nuova sfida sulla panchina del Benfica, club storico e rivale per eccellenza del Porto, dove il tecnico di Setúbal ha scritto alcune delle pagine più importanti della sua carriera. L’accordo è ufficiale: contratto fino al 2027, con clausola rescissoria che permetterà a entrambe le parti di interrompere il rapporto già al termine della stagione 2025/26.
Una scelta che fa discutere
Mourinho prende il posto di Bruno Lage, esonerato dopo la clamorosa sconfitta in Champions League per mano del Qarabag, risultato che ha scosso l’ambiente e convinto la dirigenza a un cambio radicale in panchina. La scelta di affidarsi allo Special One porta con sé entusiasmo, ma anche inevitabili polemiche: per i tifosi del Porto, vedere il loro ex condottiero sulla panchina dei rivali di sempre è una sorta di “tradimento sportivo”, mentre a Lisbona si respira già aria di rivoluzione.
Il ritorno in patria
Mourinho non allenava in Portogallo dai tempi del Porto, con cui vinse la Champions League nel 2004. Da lì, un percorso che lo ha portato in Inghilterra, Italia e Spagna, conquistando titoli con Chelsea, Inter e Real Madrid. In Serie A rimane iconica la stagione del Triplete con l’Inter nel 2010, un trionfo che lo ha consacrato tra i tecnici più vincenti e carismatici della storia del calcio moderno.
Tornare a Lisbona significa per lui ritrovare il campionato che lo ha lanciato, ma in una veste diversa: non più il giovane emergente, bensì l’allenatore esperto chiamato a riportare il Benfica in cima sia in patria sia in Europa.
Le parole dello Special One
Nella conferenza stampa di presentazione Mourinho ha parlato con la solita schiettezza:
“Sono tornato dove tutto è cominciato. So che non sarà semplice, ma le sfide difficili sono quelle che mi motivano di più. Il Benfica è un club immenso, con tifosi straordinari: voglio ridare loro l’orgoglio di competere ai massimi livelli.”
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Un messaggio chiaro, che ha infiammato i sostenitori presenti e che lascia intuire il progetto ambizioso della società: tornare protagonisti in Europa, dopo troppe stagioni di alti e bassi.
Obiettivi e prospettive
Il primo traguardo sarà rialzare la squadra in campionato, dove il Benfica è chiamato a inseguire dopo un avvio di stagione complicato. Ma lo sguardo è rivolto soprattutto alla Champions League, terreno che ha reso Mourinho celebre. La clausola di interruzione al termine del 2025/26 lascia intendere che sarà una sorta di banco di prova: se il progetto convincerà, si andrà avanti fino al 2027, altrimenti le strade potranno separarsi.
Un ritorno che divide ma entusiasma
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La scelta del Benfica è un azzardo calcolato: Mourinho porta esperienza, personalità e capacità di creare un’identità vincente, ma anche la consapevolezza di dividere sempre l’opinione pubblica. Per i tifosi neutrali, sarà affascinante rivedere lo Special One protagonista nel campionato portoghese, pronto a scrivere una nuova pagina della sua carriera.
Quel che è certo è che la Primeira Liga guadagna una figura di rilievo mondiale, e che ogni mossa di Mourinho farà discutere. Dopo Roma, Londra, Madrid e Milano, Lisbona diventa il nuovo teatro del tecnico che, a 62 anni, non ha nessuna intenzione di smettere di sorprendere.
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