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Mandelli:” Immobile, Keita e Anderson un tridente che ti può far male”

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Mandelli ha rilasciato qualche dichiarazione sulla Lazio che verrà, anche se l’acquisto di Immobile ancora non è stato ufficializzato.

Immobile è un attaccante che mi è sempre piaciuto, già dai tempi in cui giocava nella Primavera della Juve perché se sente la fiducia ti garantisce un certo numero di gol. È uno che fa giocare la squadra, che lotta, combatte, crea spazi, si muove molto e per ciò ha influenza importante sul gioco della squadra. Penso che per le sue caratteristiche faccia difficoltà a giocare come esterno, lui è bravo ad attaccare la profondità e ad aprire verso l’esterno. È un attaccante completo, magari non è dotato da doti tecniche straordinarie però è anche un giocatore d’istinto, sente la porta, negli spazi ti può far male. Quando si affrontano squadre chiuse, con i suoi continui movimenti ad aprire crea problemi alle difese avversarie. Con Keita e Felipe sarebbe un tridente di gamba, di forza abbinata a qualche colpo tecnico visto che Felipe Anderson ti può garantire fantasia e qualità.

De Vrij è un giocatore che sposta gli equilibri. Come si insegna anche nel basket per poter attaccare devi difendere bene, se sei ben coperto dietro puoi permetterti situazioni più a rischio come l’uno contro uno. Prima dell’infortunio mi aveva impressionato per qualità e per carattere, penso che possa diventare un famosissimo top player. Nella Lazio può spostare gli equilibri.

L’allenatore conosce bene i giovani che sono ad Auronzo con la prima squadra, lui sa se sono pronti per la Serie A. Questi ragazzi sono vicini a fare un salto importante, gli manca poco ma poi spesso entrano in gioco delle circostanze che non gli permettono di farlo. La fiducia del tecnico, la voglia di portarli a quei livelli e il coraggio sono aspetti che fanno la differenza. A volte viene amplificato il passaggio dalla Primavera alla prima squadra. Ovviamente il salto c’è, prima giochi per un obiettivo e sei attorniato da coetanei e poi ti ritrovi in un mondo di grandi in cui esistono differenze sia comportamentali che di obiettivi. Si può fare qualcosa in più per avvicinare i ragazzi al mondo professionistico, anche se è complicato per come è impostato il nostro calcio far coincidere gli impegni di un ragazzo. Fanno più sacrifici loro che un giocatore professionista. A livello di pressione di corsa spesso è più impegnativa la Primavera. La qualità richiesta in prima squadra però è molto più elevata, l’intensità tecnica è diversa, la palla viaggia più velocemente. La richiesta dei compagni nei tuoi confronti è più alta. Per i ragazzi con più qualità è più facile giocare con i grandi.

Parolo può giocare davanti la difesa in maniera non continuativa, ritenere che possa fare il vice Biglia puntando su di lui direttamente in questo ruolo penso che possa fare troppa fatica. Se necessario può andare bene, altrimenti ho i miei dubbi. La prova che ha fatto con la Nazionale è una testimonianza che comunque ha dato prova di poterlo far bene”.



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