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Calciomercato Lazio

Un click e si dimentica tutto: il passato recente e l’importanza di Hernanes

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Men in Black movie image Tommy Lee Jones and Will SmithLo sapevo che sarebbe finita così. Lo sapevo che quella coppa alzata al cielo avrebbe sortito lo stesso effetto del neuralizzatore, quel piccolo aggeggio usato dagli agenti governativi Tommy Lee Jones e Will Smith in “Men in black” per cancellare la memoria a breve termine di tutti coloro che entravano a contatto con gli alieni. Un oggetto che quando uscì 15 anni fa il film sembrava un aggeggio da film di fantascienza, ma che ora esiste realmente (è uscito sul mercato americano a maggio 2012 al prezzo di 399 dollari…) ed è stato prodotto dallaFactory Entertainmentin 1500 esemplari andati letteralmente a ruba. E chissà che uno, vista la cifra abbastanza modica a cui sono stati venduti, non se lo sia assicurato proprio Lotito…

Basta ascoltare un po’ di discorsi al bar, ascoltare qualche trasmissione in radio, fare un salto su forum e social network per capire che qualcuno il neuralizzatore lo ha usato. Quella coppa, infatti, ha sortito sull’ambiente laziale lo stesso effetto dello “spara flash alla Men in Black”, perché in un amen ha fatto dimenticare mesi di nefandezze e di promesse non mantenute. In un solo istante ha cancellato mesi di incazzature per l’ennesima campagna acquisti non fatta che aveva impedito per l’ennesima volta alla Lazio di fare il salto di qualità, quando arrivati alle porte del paradiso ci siamo ritrovati spinti all’indietro in una sorta di limbo. Certo, tutti abbiamo goduto per quel successo perché dall’altra parte c’era la Roma e solo in pochi (e io non sono tra quelli) avrebbero barattato l’eventuale sconfitta con la fuga di Lotito. Ma quelli che portano gli occhiali scuri per neutralizzare gli effetti dello “spara flash”, sono rimasti vigili e pur nel legittimo stordimento per un successo già entrato nella storia non hanno perso la memoria: né quella breve né quella a lungo termine. Gli altri, invece, e sono tanti molti più di quanto non si possa immaginare, hanno rimosso tutto. E ora in nome di quella vittoria sono pronti e disposti ad accettare a cuor leggero qualsiasi cosa, anche la cessione di Hernanes, considerata inevitabile, quasi giustificata e in alcuni casi anche un grande affare. La Lazio sta per vendere il più grande talento che ha in rosa, uno che giocando centrocampista e spesso e volentieri in un ruolo non suo e di sacrificio ha segnato qualcosa come 37 gol in 3 stagioni e la gente è quasi contenta all’idea di incassare 30 milioni di euro e di comprare con quei soldi Felipe Anderson e Belfodil. E parliamo dello stesso ambiente che scatenò la guerra per la cessione di Pavel Nedved, l’unico centrocampista della storia della Lazio che ha viaggiato alla stessa media-gol di Hernanes. E questa, secondo me, è la più grande vittoria di Lotito, infinitamente maggiore dei 3 trofei messi in bacheca in 9 anni.

Il tifosi laziale oramai è quasi rassegnato a veder partire qualsiasi giocatore, a giustificare la monetizzare dell’investimento, senza pensare che ogni cessione eccellente significa dover ripartire da capo, tirare una coperta sempre corta come hanno dimostrato le cessioni di Lichtsteiner e Kolarov, venduti bene ma mai del tutto sostituiti, perché con i soldi ricavati dalla loro cessione si sono tappate altre falle. Ma è batata quella coppa alzata al cielo per far dimenticare anche questo, come la promessa che nessuno dei big sarebbe partito, al grido di: “la Lazio non ha bisogno di vendere per comprare, perché noi vogliamo rinforzare la squadra, non indebolirla”… Detto, fatto. Nel giro di un paio di settimane Hernanes sarà solo un ricordo, l’ennesima maglia da mettere in un cassetto o l’ennesimo poster da staccare dal muro per tanti ragazzi che oramai non fanno più neanche a tempo ad affezionarsi ad un campione, in una società che come unica bandiera ha una banconota, possibilmente da 500 euro…

Tutto giusto, tutto giustificato: perché ti dicono che c’è la crisi, che tutti i club italiani fanno la stessa cosa, perché è una legge di mercato comprare, valorizzare e poi rivendere per guadagnare. E qui, però, mi perdo. Se questa legge di mercato vale per i giocatori, perché non deve valere per un  presidente? Perché è accettabile l’idea che si compra Hernanes spendendo 14 e lo si rivende a 30 perché è un affare ma non si pretende che se qualcuno si presenta da Lotito offendo gli il doppio o il triplo di quello che ha speso (senza calcolare poi quello che ha guadagnato…) per acquistare la Lazio lui debba vendere o quantomeno accettare di mettersi seduto a trattare? Perché si legittima il fatto che Lotito non è obbligato a vendere la Lazio ma al tempo stesso si legittima il fatto che per consentirgli di restare in sella alla Lazio e di tappare i buchi di bilancio lui possa vendere l’Hernanes di turno? Se lui dice che non vende la Lazio “per una questione di cuore e di principio”, perché il “cuore e il principio” finisce in un cassetto e lascia il posto al business quando c’è di mezzo un giocatore? Hernanes è un professionista, non è nato a Roma e neanche laziale, ma siamo convinti che lui sia meno laziale di Lotito? Siamo convinti che Lotito abbia fatto per la Lazio più di quello che ha fatto Hernanes? E che non sia più insostituibile Hernanes di Lotito? E a chi obbietta che Hernanes è pagato per fare il bene della Lazio, faccio notare che Lotito sono nei primi 9 mesi della stagione 2012-2012 da dati di bilancio ha incassato dalla Lazio qualcosa come 5 milioni di euro finiti nelle casse delle sue aziende, comprese quelle della Salernitana. Chi è più pagato tra i due?

Ma oramai il neutralizzatore ha colpito e tutti hanno dimenticato. Magari si sveglieranno dal torpore e cominceranno a ricordare qualcosa a gennaio-febbraio, in occasione della consueta flessione della squadra e dell’ennesimo salto di qualità mancato. Ma va bene così, tanto Hernanes era incostante, quasi un lusso superfluo per una Lazio che deve solo galleggiare e che come dice lo stesso Klose “non è pronta per partecipare alla Champions League”. Ma la Lazio che non è pronta, è quella rappresentata da Tare e Lotito, non quella che scende in campo. Per quella che indossa la maglietta celesta sarebbe anche pronta per salire sul grande palcoscenico, a patto di investire, di comprare senza dover per forza di cose vendere, a patto di aggiungere nuovi pezzi per costruire e non di dover smontare per ricostruire. Ma per vedere e capire questo, bisogna girare con gli occhiali neri da sole per evitare di essere accecati dallo spara flash: altrimenti basta un click per essere flashati e per dimenticare tutto, anche le prodezze e le capriole di Hernanes! Click…

STEFANO GRECO – LAZIOMILLENOVECENTO



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